Stasera il treno è particolarmente pieno di belle donne, giovani e meno giovani. Una è davanti a me… Parla con un’amica, una in piedi, l’altra seduta. È una musicista, credo suoni il violino, lo deduco dalla custodia che porta con se, avrà 20 anni e il fisico irriverente che quell’età garantisce. Shorts cortissimi, a fiori, dai quali fuoriescono un paio di gambe lunghe e perfette. I pantaloncini sottolineano un paio di glutei sodi e rotondi. Quando si gira sotto alla maglietta si intuisce un seno ben fatto, ma non esagerato. I capelli sono lunghi, castani scuri. Che voglia che avrei di accarezzare quelle gambe perfette, lisce e toniche, arrivare più in alto e scoprire il tuo fiore profumato, provare e farti provare qualcosa che forse non hai mai provato.
Poi all’improvviso una visione. Lei ha qualche anno in più, anche se è giovane, ha i tratti del viso tipici delle popolazioni del Maghreb, la testa coperta dall’hijab dal quale spunta un viso bellissimo, due occhi scuri e profondi. Il resto del corpo non è ovviamente visibile, a parte un piccolo pezzetto di gamba sopra la caviglia. Ma la visione del volto è sufficiente, i suoi lineamenti sono perfetti, la lunga camicia marrone che copre il suo corpo permette di intuire un bel seno, anche questo non enorme ma ben fatto. Scende quasi subito, ma continuo ad immaginare come sarebbe fare l’amore con lei, scoprire lentamente il suo capo, i capelli che immagino scuri che si sciolgono, gli abiti che cadono e lasciano finalmente vedere quel corpo magro e flessuoso e infine lasciarci trasportare dal piacere assieme.
Poi, come sempre, il treno si ferma alla mia stazione, i miei due sogni erotici di questa sera se ne sono già andate, scendo e mi avvio alla macchina sola con i miei pensieri impuri e segreti.
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