Treno affollato. In piedi davanti alla porta, aspetto che si fermi per scendere. So che sei alle mie spalle, ti ho visto. Non arrivi a quarant’anni, castano chiaro, occhi chiari, barba folta ma curata. Polo, jeans e e zaino in spalla. Chiudo gli occhi e sogno le tue mani che, non viste si posano sui miei fianchi, il tuo viso che si avvicina al mio collo, sento il tuo fiato su di me. Immagino le tue labbra che si avvicinano e la tua lingua che mi lecca proprio dietro l’orecchio, un fremito mi scuote. Ma è solo il treno che si è fermato. Apro gli occhi. Scendo e ti guardo con la coda dell’occhio. Sei dietro di me, ma stai semplicemente guardando il telefono. E il mio sogno erotico del mattino si infrange così in pochi secondi, quelli che impieghiamo ad arrivare all’inizio del marciapiede. Poi io di qua e tu di là. Buona giornata, chissà, forse un giorno ci rivedremo in questa marea di uomini e donne che ogni mattina e ogni sera si muovono come formichine tra la città e la campagna.
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