Albert Bruce Sabin, un eroe del XX secolo

Oggi vi racconto una storia che tocca tanti argomenti. La storia di Albert Bruce Sabin e del vaccino contro la polio.

E’ una storia di vaccini e di epidemie, ma anche di antisemitismo, di guerra, di olocausto e di guerra fredda, di ricerca e scienza e di umanità. Ma andiamo con ordine.

La poliomielite è una malattia causata da tre diversi tipi di entero-virus, cioè virus che hanno come sede principale l’intestino e l’uomo come unico serbatoio naturale. Il contagio avviene per via oro-fecale, attraverso l’ingestione di acqua o di cibi contaminati o di micro gocce di saliva (le cosiddette goccioline di Flügge) emesse da soggetti ammalati o portatori sani. Il virus attacca il sistema nervoso (soprattutto i neuroni motori del midollo spinale) e causa una paralisi di vario grado di gravità: dalla paralisi flaccida degli arti (soprattutto delle gambe) all’interessamento dei muscoli respiratori (per questo nel secolo scorso si ricorreva ai polmoni d’acciaio). Solo l’1% dei contagiati sviluppa paralisi, mentre il 10% ha una forma di meningite asettica. Il restante 90% presenta sintomi di tipo influenzale, così questi pazienti non venivano isolati e il virus circolava indisturbato. La poliomielite colpisce soprattutto i bambini sotto i cinque anni di età, ma non solo: per esempio, aveva colpito il presidente americano Franklin Delano Roosevelt a 39 anni, lasciandolo semi-paralizzato. Le epidemie erano ricorrenti all’inizio del ‘900, soprattutto nei paesi di clima temperato (quella del 1916 nel nord est degli USA aveva registrato oltre 27000 casi e 6000 morti).

Albert Bruce Sabin era nato come Abram Saperstein il 26 agosto del 1906 nel ghetto di Białystok, oggi in Polonia, ma all’epoca nell’impero Russo, da una famiglia ebrea. Nel 1921 la famiglia emigrò negli Stati Uniti, dove cambiarono completamente nomi e cognome e si stabilirono a Patterson, New Jersey. Grazie all’aiuto di un ricco parente Albert poté studiare medicina alla New York University con l’intenzione di diventare odontoiatra. Ma la lettura del libro “I cacciatori di microbi” di Paul de Kruif lo fece appassionare alla microbiologia e alla virologia, tanto da spingerlo a cambiare facoltà e laurearsi in medicina. Nel 1931, dopo la laurea andò a lavorare per l’università di Cincinnati, in Ohio, dove rimarrà per 30 anni. Il suo maestro era il dottor William Park, già famoso per aver studiato e debellato al difterite. Fu proprio su consiglio di Park che Sabin iniziò a studiare la polio

«Fu il mio maestro, dottor Park, famoso per aver debellato la difterite, a consigliarmi di studiare la polio, quindi non fu una mia scelta: fu l’unica volta che feci qualcosa dietro suggerimento di un altro»

La prima scoperta di Sabin fu proprio quella relativa al fatto che il virus della polio fosse di tipo enterico (cioè si annidava nell’intestino) e non respiratorio.
Nel 1934 due ricercatori americani M. Brodie e J. Kolmer, annunciarono la scoperta di un vaccino efficace contro la poliomielite; ma fu un fallimento, a causa dei molti decessi. Ne derivò la sospensione di qualsiasi ricerca ufficiale sul vaccino antipolio, anche se, nel chiuso dei laboratori gli studi continuavano. Il dottor Jonas Edward Salk (1914-1995) mise a punto, utilizzando virus uccisi con formolo, tre vaccini contro la poliomielite. Le campagne di vaccinazione negli Stati Uniti dimostrarono però che il vaccino Salk aveva un livello di efficacia piuttosto basso, così nel 1949, anche sotto la spinta della National Foundation for Infantile Paralysis fondata dal presidente Franklin D. Roosevelt si ripresero le ricerche per un vaccino più efficace.
Agli inizi degli anni Cinquanta, Sabin, riuscì a sviluppare un vaccino orale contro la poliomielite da virus vivi attenuati, più efficace di quello da virus uccisi di Salk. Dopo l’esito positivo dei controlli sugli animali, passò a sperimentarlo sugli esseri umani, cominciando dai suoi collaboratori e da se stesso, e infine sui bambini, cominciando dalle proprie figlie, Amy, di cinque anni, e Debbie di sette anni.
Ma gli USA avevano già iniziato una massiccia campagna di vaccinazione usando il vaccino Salk, così Sabin offrì il suo vaccino ai paesi dell’Euorpa dell’est. La Cecoslovacchia fu il primo stato a produrre industrialmente il vaccino Sabin, seguita da Polonia, URSS e DDR. Tra il 1959 e il 1961 furono vaccinati milioni di bambini e nel 1963 il vaccino Sabin venne scelto anche dagli USA, che vaccinarono, tra il 1962 e il 1965 più della metà della popolazione, estirpando di fatto la malattia. L’ultimo caso di poliomielite negli Stati Uniti risale al 1979 (in Italia al 1982).[1]

Con la zolletta di zucchero inzuppata di vaccino Sabin si vaccinarono centinaia di milioni di bambini in tutto il mondo.

Sabin non volle mai brevettare il suo vaccino, rinunciando alla possibilità di diventare ricco per poter mantenere basso il costo del vaccino e permettere ad un numero sempre maggiore di bambini di salvarsi dalla polio.

«Tanti insistevano che brevettassi il vaccino, ma non ho voluto. È il mio regalo a tutti i bambini del mondo»

Aveva due nipotine di nome Amy e Deborah (gli stessi nomi che darà alle sue due figlie) che non conobbe mai e che furono uccise dalle SS in un campo di concentramento.

«Le SS mi hanno ucciso due meravigliose nipotine, ma io ho salvato i bambini di tutta l’Europa. Non la trovate una splendida vendetta?»

Non guadagnò mai un dollaro dal suo vaccino, continuando a vivere del suo stipendio di docente universitario. e svolgendo ricerche nel campo della microbiologia fino all’età di 80 anni.

Sabin, sebbene non abbia mai ricevuto il premio Nobel per le sue scoperte mediche, ricevette nel corso della sua lunga carriera 40 lauree honoris causa, da parte di università di tutto il mondo, oltre al Premio Internazionale Feltrinelli dell’Accademia Nazionale dei Lincei, nel 1964, e alla Medaglia Nazionale per la Scienza, nel 1970.

[1] Il vaccino Sabin è più semplice da somministrare (per via orale), immunizza contro tutti e tre i ceppi della polio con un efficienza vicina al 95%, ma presenta la possibilità (1 caso ogni 750000 somministrazioni circa) di una retromutazione genetica dei dei virus attenuati durante il transito nell’intestino che provoca la paralisi flaccida. Per questo motivo nei paesi in cui la malattia risulta debellata si preferisce utilizzare il vaccino Salk, mentre il Sabin è ancora molto utilizzato laddove esiste il rischio di epidemie. In rete sono disponibili svariati testi che spiegano in dettaglio questo aspetto.

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