Ondina e Claudia

In questa notte di agosto voglio raccontarvi un’ altra storia di altri tempi. La storia di Ondina Valla.
Trebisonda Valla, poi chiamata Ondina, fu la prima donna italiana a vincere una medaglia d’oro ai giochi olimpici, a Berlino nel 1936. Una storia di sport e amicizia nell’Italia fascista. Si, perché la storia di Ondina si intreccia con quella della quasi coetanea Claudia Testoni, anche lei bolognese ed atleta altrettanto eccezionale, che della Valla sarà per tutta la vita rivale ed amica.
Ondina era una ragazzina grintosa e dalle incredibili doti atletiche, a tredici anni è già una promessa dell’atletica italiana. Convocata per i giochi di Los Angeles del 1932 non poté parteciparvi per l’opposizione del Vaticano che trovò sconveniente che una sedicenne affrontasse un viaggio transoceanico, unica donna in una spedizione esclusivamente maschile. Ma negli anni successivi divenne una delle più famose atlete italiane, anche grazie al governo fascista che la scelse come esempio della “Sana e robusta gioventù italiana”, e alle olimpiadi di Berlino del 1936, quelle di jesse Owens, fu convocata, assieme all’amica e rivale Claudia Testoni.
Il 5 agosto, nella semifinale, Ondina Valla correrà gli 80 metri ostacoli in 11″6 che furono omologati come record mondiale. Il giorno successivo all’Olympiastadion si tenne la finale. L’arrivo fu serratissimo, ma Ondina si impose, anche se di misura. Dietro di lei arrivarono attaccate altre tre atlete, tra cui l’amica Claudia Testoni. I giudici dovettero ricorrere alla Zielzeitkamera, cioè la foto d’arrivo (poi conosciuta come fotofinish). Il successo della Valla era indiscutibile anche a occhio nudo, per quanto la separassero solo 61 millesimi dalla tedesca Steuer; per assegnare le altre due medaglie, invece, non fu altrettanto semplice. In un primo tempo l’altra italiana Claudia Testoni sembrava addirittura seconda e la canadese Taylor quarta, al punto che questa, ignara di essere poi diventata terza, non si presentò sul podio per la premiazione. Ma lo spietato responso dell’infallibile occhio meccanico cambiò le indicazioni dei giudici: tra la Steuer e la Taylor c’erano solo 2 millesimi di secondo, 7 separavano invece la Taylor dalla Testoni, che restò quindi ai piedi del podio.
L’oro olimpico le diede immensa popolarità nell’Italia fascista, divenendo un simbolo per le ragazze italiane. La gara di Berlino, inoltre, fece sì che nel regime si ammorbidisse, pur senza venire meno del tutto, l’ostilità alla partecipazione delle donne alle attività sportive. Il governo iniziò a servirsi delle competizioni femminili per ragioni di propaganda e per esaltare la forza della “razza italiana”, come già faceva per i successi degli atleti di sesso maschile.
Inoltre, con quella vittoria la Valla divenne, all’età di 20 anni e 78 giorni, la più giovane atleta italiana a vincere un oro olimpico, record rimasto imbattuto fino al 2004.
Claudia Testoni si consolerà due anni dopo a Vienna, vincendo i campionati europei, migliorando per ben quattro volte il record dell’amica e battendola per 16 volte su 18 negli incontri successivi (anche se il computo totale è a favore di Ondina per 60 a 33, più 5 ex-aequo).
Sono state raccontate tante storie su cosa accadde tra le due amiche dopo quella finale di Berlino 1936 (le due corsero insieme anche la staffetta 4×100 metri qualche giorno dopo ottenendo un quarto posto). Si dice che per la delusione di quel quarto posto Claudia non salutò mai più Ondina, ma altri riportano che in seguito le due tornarono amiche. Non sapremo mai la verità, visto che Claudia Testoni se n’è andata nel 1998 e l’amica Ondina Valla nel 2006, ma ci piace pensare che si sfidino a correre da amiche ancora oggi nel posto in cui si trovano.

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