Vita. #7

Mi succede ogni volta che vado a una festa in qualche paese, dove vivo o, come stasera, da dove viene mio marito (che non fa una gran differenza, sono 40 km). Il clima delle feste di paese è meraviglioso, la gente che parla, mangia e beve, sta insieme anche solo per passare una serata o per lavorare, come fanno i tanti volontari che animano queste iniziative.
Però poi il mio pensiero va sempre e comunque a quelli che salgono sul palco. Perché inevitabilmente penso alla mia vita passata, quando i palchi delle feste di paese li calcavamo io e i miei 5 compagni di viaggio, in quella che è stata una delle più belle avventure della mia vita. Ho già raccontato qui le sensazioni che ricordo di quel periodo, della vita disastrata che facevamo andando in giro a suonare per pochi spiccioli (a volte nemmeno quelli, ti offrivano la cena ed eravamo pari…) solo per il piacere e la passione per la musica.
Fu un periodo di grandi sogni, come sempre a quell’età, quando credi che il mondo sia tuo e tu possa farne quello che vuoi, prima di capire che in realtà è lui che fa di te ciò che vuole ed è già tanto se esci dai suoi ingranaggi non troppo ammaccata. Ma la musica era già allora come oggi la mia compagna di vita, una delle cose di cui non posso fare a meno, una cosa che permea da sempre la mia esistenza. Il pubblico che ti segue, che canta assieme a te, che applaude al solo di qualche strumento è un qualcosa che chi non lo ha provato forse non può capire.
E ogni volta rivivo quei magici momenti che hanno segnato positivamente la mia vita e che conservo in un posto speciale del mio cuore.

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