Monteveglio, 24 settembre 2018, ore 01,15 circa.
Fa male. Tutto. La testa, il cuore, l’anima. Tre giorni di giostra. Su e giù, su è giù, di continuo. “Life is a rollercoaster”, cantava Ronan Keating, la vita è un ottovolante. La mia sembra uno di quelli altissimi nei quali quando scendi il cuore ti arriva in gola e poi risali e non credi di arrivare mai in cima e poi via, ancora in tuffo con le budella che ti si attorcigliano.
Tre giorni di dolore. Se mi avessero pestata avrebbe fatto meno male. Alternati da qualche momento di serenità, ma sempre pochi, troppo corti o troppo poco intensi per vincere i mostri. In questi giorni sono aggressivi. Vogliono uscire dalla loro tana. Pensieri cattivi, immagini del passato, voglie mai eliminate di farmi del male. Il passato è tornato a farmi visita di recente, sotto forma di una notizia inattesa. Riceverla ha riaperto una ferita che in realtà non ha mai smesso di sanguinare, il dolore si è riacutizzato e di nuovo il lato oscuro della mia anima ha preso forza, alimentato dai ricordi dolorosi del passato.
Penso troppo. E troppo forte. Il gomitolo dei miei pensieri si ingrandisce di continuo, fino ad arrivare a delle dimensioni enormi, non sta più dentro la testa, è come se mi comprimesse l’encefalo nella scatola cranica, come se non fossero pensieri ma un ematoma enorme che cresce in continuazione… Aiuto. Qualcuno mi trapani il cranio e mi metta un drenaggio, qualcosa che li faccia andare via.
Non so più cosa fare. Sto male. Devo resistere. Non bere, non prendere farmaci. Passerà, è sempre passata, convivo con questa malattia bastarda da quando avevo 25 anni, so che passerà, prima o poi.
Adesso però devo combattere. Combattere contro di loro. Venerdì non ero preparata e mi hanno preso alla sprovvista. Ma sabato e domenica mi sono attrezzata con le mie armi migliori e sono pronta alla lotta. Non temo i mostri. Non temo l’oscurità, perché è dentro di me e io ne faccio parte. Mi fa paura solo quando abbasso la guardia e loro escono dal loro pozzo buio e vischioso per attaccarmi e io non sono pronta.
Tornerò, prima o poi. Ma ora lasciatemi combattere la mia guerra.
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