Trent’anni

Avevano un anno più di me. Oggi sarebbero, chi lo sa, professionisti affermati o forse operai o impiegati, forse qualcuno di loro sarebbe diventato famoso, forse qualcuno avrebbe preso una brutta strada. Ma loro non ci sono più. Sono passati trent’anni da quel 6 dicembre 1990, quando dodici giovani vite, ragazzi della mia generazione, della mia città morirono nel modo più assurdo che si possa immaginare. Perché la scuola è per definizione un luogo sicuro, nella quale pensiamo che ai nostri ragazzi non possa succedere nulla di male. Li lasciamo sulla porta della scuola e pensiamo che tanto sono lì, seguiti da chi ha deciso di dedicare la propria vita professionale ai ragazzi.
E invece una mattina d’inverno, mentre fai lezione di tedesco succede che il tuo destino ti viene incontro, a soli quindici anni, in un modo che mai immagineresti. Succede che un aereo in volo di addestramento ha un guasto, e il pilota non porta il velivolo verso il mare (la soluzione più semplice nell’impossibilità di atterrare a Ferrara) ma verso Bologna, senza riuscire ad arrivarci e abbandona l’aereo in prossimità della città.
Ma siccome il destino a volte è un figlio di puttana fa puntare l’aereo verso una zona abitata e centrare in pieno una scuola. Chissà a cosa pensavano quella mattina mentre entravano in classe, a qualche interrogazione, a a qualche compito non fatto, a quel ragazzo o a quella ragazza di un’altra classe che gli piaceva.
Oggi sarebbero probabilmente genitori, con figli che magari andrebbero a scuola proprio al Salvemini, che nel frattempo si è trasferito a pochi km di distanza e oggi è una scuola bella e moderna. Avrebbero le preoccupazioni di tutti noi, il lavoro, il COVID, il mutuo da pagare. Ma non ci sono più. Perché una mattina d’inverno di trent’anni fa volarono via in quella che doveva essere una giornata come tante altre, e invece fu la più assurda tragedia che sia capitata.
Ciao Deborah, Laura, Sara, Laura, Tiziana, Antonella, Alessandra, Dario, Elisabetta, Elena, Carmen, Alessandra.

Poi seguirmi anche qua:
Condividi questo post
Written by:

Be First to Comment

Lascia un commento