Esercizi di stile. #2

Interno notte.

Una stanza, piuttosto grande, apparentemente un seminterrato (lo si deduce dalle finestre posizionate in alto). Un divano ingombrante in pelle, anche se non in ottimo stato sta appoggiato al muro da un lato della stanza con davanti un tappeto. A fianco una cassettiera, sormontata da un impianto HiFi, poi, un mobile chiuso e un frigorifero. Dalla parte opposta, su un tappeto, degli strumenti musicali: due tastiere montate su un supporto, un Digital Piano Korg D1 e un sintetizzatore Yamaha MX61. Poco più in là tre custodie da chitarra, chiuse, non si sa cosa contengano. Un amplificatore Marshall DSL5C e un piccolo Boss Katana Mini. Su un piccolo mobile a tre cassetti una pila disordinata di spartiti musicali, cavi sparsi in giro, un paio di sgabelli, un vasetto di vetro contenente dei plettri. La stanza contiene anche un enorme scaffalatura (sicuramente Ikea) stracolma di libri, riviste, CD e due scrivanie, strategicamente posizionate contro i due muri opposti, in modo che chi si siede si dia le spalle. Una delle due è quasi vuota, un po’ di fogli, un barattolo con delle penne, un pc portatile chiuso. L’altra è piena e disordinata, un pc portatile, un monitor, fogli sparsi ovunque, penne e altri oggetti di uso comune. Sulla parete opposta a quella sulla quale si trova la porta di ingresso c’è un’altra porta, non è dato sapere dove conduca. Sul divano sta seduta una donna di circa 40 anni, magra, i lunghi capelli castani con delle ciocche più chiare raccolti dietro la testa e tenuti su con una matita infilata. Niente orecchini, né collane, né braccialetti, né orologio, né anelli. Indossa un paio di pantaloncini grigi e una maglia rossa. E’ scalza e sta seduta rannicchiata sul divano, con le braccia che cingono le gambe strette al petto. Nella stanza aleggia la musica di un disco di John Lee Hooker. Sul mobile accanto al divano c’è un bicchiere contenente un liquido di colore ambrato e del ghiaccio. La sua testa sta appoggiata alle ginocchia, così che non possiamo vedere molto di lei.
Improvvisamente alza la testa, con una mano si asciuga il viso e tira su col naso. Ora vediamo che ha un piccolissimo piercing alla narice destra. Gli occhi marrone scuro sono sormontati da due sopracciglia altrettanto scure. Non c’è traccia di trucco sul suo viso. La mano va al bicchiere e beve una sorsata del liquido contenuto, poi la testa torna a posarsi sulle ginocchia e si sentono distintamente dei singhiozzi.
Si alza dal divano e, preso il bicchiere si dirige alla scrivania, quella disordinata, apre un cassetto e ne estrae una penna e un quaderno, poi si dirige all’altra scrivania. Lì si siede posando carta, penna e il bicchiere.
Apre il quaderno alla prima pagina bianca e scrive: “Non si può vivere sempre portando sulle spalle il peso del proprio passato, soprattutto se contiene segreti inconfessabili, che a ogni tanto riemergono a distanza di anni. Cose che avevi dimenticato, più o meno volutamente, ma che sono sempre state lì, vicino a te.”
Va a capo e scrive: “Oggi un pezzo del mio passato è tornato, perché le cazzate che abbiamo fatto si ripresentano, quasi a volerci mettere di fronte alle nostre colpe”
Ancora: “I casini lasciati lì, tendono a ingigantirsi nell’ombra, finché poi un giorno devi prenderli in mano e di solito quello è il momento in cui esplodono”
Prosegue: “Dopo aver appreso la notizia sono stata male. Poi, all’improvviso, un senso di liberazione si è impossessato di me, fino a farmi pensare che, anche se tutto questo è stato doloroso era uno strappo necessario, perché le pendenze vanno sempre chiuse e io non so se in questo caso l’avrei mai fatto.”
Infine: “Per quanto ancora questo dolore dovrà lacerarmi l’anima, un pezzo alla volta, uscendo allo scoperto quando pensavo che ormai fosse tutto finito,facesse tutto parte del mio passato”.
L’ultima frase che scrive è: “Probabilmente un giorno impazzirò del tutto a causa di qualche mostro che emergerà dal mio passato e mi divorerà. Aspetto da sempre quel giorno, ma l’esito della battaglia non è scontato”
Torna all’altra scrivania, tocca un tasto sulla tastiera del portatile e lo schermo si illumina. Legge le frasi che ha scritto e le scrive da qualche parte, mentre finisce di bere.
Poi lentamente va verso la porta ed esce dalla stanza.
Ciao Chiara, vai a combattere i tuoi mostri anche questa notte, come sempre.

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