Viviamo nel mondo dell’esagerazione. Bisogna sempre strafare. Bisogna sempre essere più di chi ci sta accanto. Più ricco del collega. Più figa dell’amica. La casa deve essere più bella di quella del vicino. La macchina più grande. Le vacanze più lunghe e più esotiche. Siamo in competizione persino per chi ha il cane più costoso.
Competere, superare, fare di più. Ma perché?
Forse perché la nostra società è ancora ampiamente maschilista e si sa che i galletti devono combattere per la supremazia nel pollaio. Il testosterone guida il mondo, evidentemente, anche se ormai questo modus vivendi ha contagiato anche le donne.
Misuriamo la nostra vita con quello che facciamo vedere di possedere (perché è quello che conta). E per possedere oggetti e cose siamo pronti a fare le peggio cose. Amicizia, amore, famiglia, tutto diventa sacrificabile nell’arrampicata sul monte delle cose possedute.
E poi?
Ed il più grande conquistò nazione dopo nazione,
e quando fu di fronte al mare si sentì un coglione
perché più in là non si poteva conquistare niente;
e tanta strada per vedere un sole disperato
e sempre uguale e sempre come quando era partito.
Forse è questo quello che scopriremo, come Alessandro Magno (che, anche se non citato direttamente è il protagonista di Stranamore di Roberto Vecchioni, da cui sono tratti i versi qua sopra). E, se non sarà troppo tardi, forse faremo un balzo evolutivo importante. Oppure non ce ne renderemo mai conto, perché
“L’uomo sarà l’unico essere vivente ad autoestinguersi per imbecillità.”
come narra Mauro Corona nel suo bellissimo “La fine del mondo storto”.
La realtà è che non lo so, non capisco un cazzo di sociologia e anche se sono una nerd con una laurea in ingegneria rimango sempre e solo una semplice ragazza di campagna, che ogni tanto prova la fortissima voglia di rovesciare questo maledetto mondo storto per vedere se almeno così il suo cuore smette di sanguinare per tutto il male che c’è attorno a noi.
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